Stone Italiana – Fuori Salone 2011
Un materiale per l’architettura consapevole, versatile, resistente, drenante e che fa bene all’ambiente.
In occasione del Fuori Salone 2011 Stone Italiana presenta DNA Urbano, la nuova collezione di lastre per esterni ed interni ottenuta dalle terre di spazzamento delle strade e realizzata in collaborazione con CEM Ambiente Spa, azienda attiva in quarantanove comuni lombardi.
La collezione DNA Urbano si inserisce all’interno della filosofia green di Stone Italiana, da sempre attenta all’aspetto ambientale della produzione e alla ricerca di nuove soluzioni per fornire al settore edilizio delle alternative ecologiche e di basso impatto ambientale.
La componente principale delle lastre DNA Urbano (al 75% per l’outdoor, al 55,70% per l’indoor) è rappresentata dalle terre ottenute dallo spazzamento delle strade, quella graniglia che si deposita contro i marciapiedi e che, opportunamente convertita, consente di recuperare materiali che possono così diventare nuova materia prima, permette di risparmiare energia, riciclare ed abbattere i costi di smaltimento. In Italia, infatti, si stima che circa il 4% dei rifiuti totali prodotti sia composto da terre di spazzamento: recuperarle significherebbe eliminare del tutto il costo del loro conferimento in discarica. Secondo uno studio dell’Istituto per la ricerca sull’ambiente (Green Management), se solo si utilizzasse Dna Urbano per pavimentare le are pedonali d’Italia, pari a 20.531.580 metri quadrati, si potrebbe evitare di estrarre 821.263 tonnellate di materiale vergine risparmiando 100 euro a tonnellata per i costi da discarica e quindi più di 82 milioni di euro.
La restante percentuale delle lastre DNA Urbano è composta da sabbia, polvere di quarzo e resina poliestere, quest’ultima presente ad una percentuale che va dal 4 al 6,6% massimo, in linea con i requisiti della certificazione Ecolabel.
Con DNA Urbano, Stone Italiana continua il percorso sperimentale iniziato con Arturo e Filippo Montanelli in occasione dell’ultima Biennale di Architettura di Venezia, quando, per il rivestimento del museo-installazione Off Leash di Arturo Montanelli e Velasco Vitali, era stato utilizzato il primo prototipo delle lastre outdoor, composte allora da un agglomerato di quarzo.
Oggi, è la terra di spazzamento della città di Milano la protagonista delle lastre, e da qui il nome. DNA Urbano perché “racchiude l’essenza della storia della città”. Perché all’interno delle sue lastre si può intravedere un microchip, un pezzo di vetro colorato, un sottile fil di ferro, un germoglio, un coriandolo d’alluminio.
Il Dna della città.