Giuseppe Rivadossi
Per l’uomo antico, l’uomo di tutti i tempi ci sono fatti che diventano segni perchè richiamano immediatamente i grandi eventi della vita in cui siamo e viviamo: l’arco del cielo, la linea dell’orizzonte, il cielo stellato, il sole e la luna, la grande chioma di un albero, l’onda del mare, il risveglio della primavera, la frontalità dell’incontro, la verticalità dell’albero e la verticalità della persona, la maternità ecc.
Le linee, le forme, i colori che richiamano questi eventi hanno la capacità di evocare in noi memorie comuni di ataviche esperienze del vivere. Queste sono le immagini archetipe. I volumi bassi e lineari delle nostre strutture sui quali si stagliano le custodie verticali, ricreano un paesaggio interno che ci riporta alla terra, all’orizzonte e al cielo, alla immagine poetica della nostra prima contemplazione.
Il grande linguaggio dell’arte e di conseguenza il linguaggio plastico parte dalla atavica, comune esperienza umana. Io non credo nell’uomo nuovo completamente slegato da questa esperienza, credo nell’uomo che attraverso la sua memoria e la sua coscienza può trovare la sua identità nello scoprire e riconoscere tutto quello con cui vive.
La riscoperta del materiale legno, nel suo corpo pieno è già un passo verso questo spirito dell’operare. Utilizzare con misura questo prezioso materiale, nel rispetto della sua natura è un fatto poetico. La qualità delle strutture nasce per noi dalla capacità di dare, con la loro presenza ed il loro servizio, un senso alto allo spazio nel quale viviamo e ci riconosciamo. Le stesse tecniche di lavorazione come l’assemblaggio ad incastri (più funzionale alla natura del legno) sono parte di questa riscoperta.
Questi incastri se ben definiti, pur nella loro funzione diventano anche un fatto di bellezza. Oltre a questa tecnica Giuseppe Rivadossi ha sentito fin dall’inizio anche l’esigenza di realizzare strutture in legno totalmente a scavo. Lo spazio della casa è il paesaggio interno della nostra vita, dei nostri rapporti, dei nostri affetti Le strutture e le immagini che lo definiscono devono aiutarci a ritrovare quel grande ed umano rapporto d’amore con il tutto che è il fine della nostra umanità.